Il piede è una delle strutture funzionali più efficienti del corpo umano, ha lo scopo di fornire una solida base di appoggio per la stazione eretta e di esercitare l’azione propulsiva durante per il movimento. L’architettura strutturale che permette queste funzioni è l’arco plantare, una forma che si è sviluppata sotto la pressione evolutiva. Questa zona è talmente importante (ed aggiungo trascurata) che McKeon e collaboratori l’hanno definita “core foot” per evidenziare l’importanza che riveste nel movimento.Continua a leggere…
Categoria: FlessibilMente
Forever young: meditazione e materia grigia
Uno dei problemi che affligge la società moderna è il progressivo invecchiamento della popolazione. Il dato, di per sé, dovrebbe renderci felici, e sarebbe così se la vecchiaia fosse una fase della vita priva di malattie da passare in serenità. La realtà, invece, ci mostra come gran parte delle persone anziane siano affette da patologie croniche invalidanti di carattere fisico e cognitivo. La condizione di non autosufficienza, come afferma Ettore Bergamini nel suo libro “L’arte della longevita in buona salute”, è una situazione degradante per l’essere umano. Continua a leggere…
Scuola, movimento e sviluppo psico-fisico
Come dimostrano le conclusioni di uno studio condotto dall’OCSE su 32 paesi, gli studenti italiani sono tra quelli che hanno il maggior carico di “compiti” a casa. Uno studente italiano passa 9 ore a settimana a fare i compiti, contro le 4,9 della media OCSE, la Korea e la Finlandia non arrivano alle 4 ore settimanali. Quindi i nostri studenti al confronto dovrebbero essere dei cervelloni! Purtroppo no, nella misurazione del “cognitive skill” ci piazziamo al 25° posto, laddove Finlandia e Korea primeggiano. Gli esperti sostengono che un carico di studio a casa, superiore alle 4 ore settimanali è ininfluente sulla performance raggiunta.Continua a leggere…
Imagination is more important than knowledge
L’allenamento mentale o mental training ha recentemente attirato l’attenzione di diversi ricercatori, i quali hanno cercato le evidenze scientifiche relative ai presunti processi cognitivi sottesi.
Il primo studio che dimostrò come l’allenamento mentale potesse avere un effetto sulla prestazione fisica fu presentato da Yue e collaboratori che riuscirono a dimostrare un aumento di forza nel muscolo flessore dell’indice in seguito ad un training mentale che consisteva nell’immaginarsi nell’azione piegare l’indice contro una resistenza. Lo sviluppo delle neuroscienze e la scoperta del sistema dei neuroni specchio (mirror neuron system o MNS) da parte di Rizzolatti e il suo gruppo di ricerca, tuttavia, ha dato un impulso verso l’esplicazione delle basi neuronali sottese a questa capacità sorprendente.
L’arte della giovinezza è nel movimento
Condurre uno stile di vita equilibrato, attivo, sano e ricco d’interessi non è un modo per perseguire la longevità ma per invecchiare in salute. Longevità significa vivere più a lungo della media, ma non dice nulla sulla qualità della vita vissuta.
Chiunque abbia un forte mal di denti o un’emicrania persistente ha provato, in minima parte e in modo temporaneo, quanto può essere “brutto” vivere in condizioni di precaria salute.
Qual è il miglior intervento per mantenersi in salute? L’attività motoria
In un articolo apparso sul prestigioso British Journal of Sports Medicine Steven Blair porta dei dati relativi ai principali fattori di rischio che minano la nostra salute. Si tratta di patologie importanti come cardiopatie, diabete tipo 2 e alcune forme di tumore.
Esercizio fisico e Alzheimer’s
L’esercizio fisico non finisce di riservare sorprese. Più volte ho parlato dell’effetto preventivo dell’attività fisica e del movimento in diverse patologie di carattere prevalentemente metabolico, come il diabete di tipo 2, la sindrome metabolica, l’obesità e l’insorgenza di molte forme tumorali. Se questo non bastasse sempre più ricerche confermano il ruolo dell’esercizio fisico come “medicina” preventiva verso diverse forme di malattie mentali. Le persone con il gene APOE e4, sono più predisposte a contrarre malattie mentali e demenza in età avanzata, il classico caso di genetica “svantaggiosa”.
Allenamento ed epigenetica
E’ ormai accertato ed accettato che l’inattività è una, se non la principale causa di diverse patologie. Non mi stancherò mai di ripetere che l’uomo è movimento e il suo fine è produrre delle azioni. Una delle domande che i ricercatori si sono posti è in che modo il movimento agisce sul nostro muscolo modificandone le proprietà funzionali, ad esempio rendendolo più capace, ad esempio, di assimilare il glucosio e di prevenire l’insorgere del diabete di tipo 2.
Lo yoga per il recupero psicofisico
La ricerca scientifica si è interessata agli effetti sulla salute derivanti dallo Yoga inserendolo, al pari della meditazione e del Qi Gong, nell’elenco delle pratiche contemplate dalla medicina integrativa. Uno studio molto interessante di Sinha e collaboratori (2007) ha indagato l’efficacia della pratica dello Yoga nel contrastare l’effetto negativo dei radicali liberi sulle cellule. Continua a leggere…
La fatica? Solo una questione mentale
Che cosa è la fatica? Perché proviamo fatica? Può la fatica cognitiva condizionare la performance atletica? Sono queste domande, all’apparenza molto banali, a cui la scienza stenta a dare un risposta precisa e coerente. Il primo studioso ad interessarsi dell’influenza della fatica sulla performance sportiva fu il fisiologo torinese Angelo Mosso (1891) che scrisse, nel lontano 1891, un libro dal titolo “Fatica”. Nel suo libro Mosso intuì che la fatica è l’integrazione di un fenomeno “centrale”, a livello di sistema nervoso centrale con uno “periferico” che si verifica a livello muscolare.